Critiche al progetto.
Questa nota è doverosa visto che, a distanza di tempo, M. Fabbro non perde occasione di dire la sua in merito al mio lavoro e alla mia azione di sostegno e aiuto ai Galgo rescue e ai loro adottanti. Senza conoscermi e senza aver mai visto come lavoro. Si riferisce ad un evento al quale non era presente e che gli è stato riportato.
Svolgevo le valutazioni per lo studio sul comportamento dei Galgo rescue alle quali dei suoi amici hanno volontariamente e gratuitamente partecipato. Uno studio ha fini di analisi e raccolta dati, non educativi. Non era una lezione (non che gli incidenti a lezione non possano capitare eh). E gli adottanti lo sapevano. La coppia in questione aveva due Galgo partecipanti. Il test si svolgeva in campo cintato. Hanno partecipato prima con uno dei due Galgo svolgendo l’intero test e stando nel campo cintato per 40 minuti circa. A seguire, hanno fatto entrare il secondo Galgo per il medesimo test che già avevano svolto con l’altro cane e nel medesimo campo che già avevano vissuto con l’altro cane. Al momento dell’ingresso in campo, alla richiesta di sganciarlo dal guinzaglio (in campo cintato eh), alla sola vista di 5 estranei fermi in campo (come da protocollo visionabile nel presente lavoro) , il secondo cane ha tentato di fuggire e nascondersi buttandosi in dei cespugli (sempre all’interno del recinto). Quei due cani, da racconto degli stessi proprietari, al mattino erano stati in passeggiata in centro a Bassano. Ora… M. Fabbro, non presente, (e i proprietari) attribuiscono a me la responsabilità del fatto che il secondo cane si sia preso delle spine buttandosi nei cespugli. Io non avevo mai visto il cane prima e non potevo fare altro che basarmi su dati oggettivi. Il cane era stato adottato e viveva con i proprietari da oltre un anno. Il cane era stato in passeggiata in centro a Bassano quindi era solito frequentare posti ben più complessi di un prato cintato con persone ferme. I proprietari avevano già svolto il medesimo test con l’altro cane e avevano ritenuto di poterlo svolgere anche con il secondo, essendo a conoscenza delle modalità di svolgimento e dell’ambiente. Io ero lì per valutare le reazioni del cane al test (test qui pubblicato e visionabile da chiunque voglia verificarne al millantata pericolosità). Tutelarlo o rifiutarsi, era compito dei proprietari che lo conoscevano e avevano già svolto il test con l’altro cane. Non era un obbligo partecipare. La partecipazione era gratuita. Ora… quale sia la mia responsabilità e soprattutto…cosa mi imputi M. Fabbro che manco era presente… E questo era uno studio, un test! A partecipazione volontaria. Nulla a che vedere con percorsi educativi. Ai fini dello studio e del test, salvo il fatto che mi spiaccia per “l’incidente” (e teoricamente con i proprietari si era chiarita la cosa la sera stessa), la reazione del cane è stata utile ai fini della ricerca, ai fini di poter aiutare altri cani nella medesima situazione emotiva (in fase educativa, non di test). Il mio curriculum di formazione è pubblicato in questo sito e i video di come lavoro con i miei cani sono in rete e visibili in questo sito. Ma evidentemente M. Fabbro ha elementi fondati per non perdere occasione di dire la sua, nei miei confronti, sulla base di non si sa cosa e dall’alto di non si sa quale formazione. Questo atteggiamento di trovare sempre un colpevole fuori da noi, fa bene ai cani? E se il guinzaglio si rompesse in centro città o in campagna? Colpa di chi sarebbe? Io mi concentrerei sul perchè il cane tenta di fuggire via da me invece di rifugiarsi e chiedere sicurezze a me. M.Fabbro e gli adottanti possono trarre dalla partecipazione al test le conclusioni che meglio credono. E visto il comportamento, non mi stupisce che non ne abbiano tratto alcun che. Ma dimenticano che molti altri adottanti partecipanti e molti fruitori della ricerca, la pensano in ben altro modo.
Prendo atto che c’è chi ritiene di dare credito a chi critica senza conoscere, scordandosi il dato allarmante che da anni oramai si hanno fughe di levrieri con la frequenza media di uno alla settimana (a causa di distrazioni, inesperienza, leggerezze, inconsapevolezza, incidenti…) che sfociano a volte in esiti tragici. Prendo atto che M. Fabbro, con la sua opera di denigrazione, si sente di far intendere (o dire esplicitamante) agli adottanti di non considerarmi, togliendo quindi ad alcuni la possibilità di imparare come gestire i loro cani e evitare spiacevoli episodi in modo totalmente gratuito (Come dichiarato in questo sito, offro 3 lezioni gratis agli adottanti levrieri rescue interessati). Ricordo che sta remando contro i Galgo, non certo contro di me che per i levrieri rescue lavoro gratis e uso mie risorse personali. Quanto da me riportato può essere confermato dagli altri partecipanti al test pertanto, fino a prova contraria, chi vuole dare credito alla versione di M. Fabbro lo farà sapendo di sposare una tesi non veritiera e fondata sul nulla. Questi i fatti. Ciascuno usi la sua testa per trarre le debite conclusioni.