Consapevolezza delle barriere.

Prendo spunto da un post reale per dare qualche indicazione in merito.

Si ha consapevolezza delle barriere quando il cane è cosciente della presenza di un elemento che lo fa sentire al sicuro e più protetto rispetto a quando, nel medesimo contesto e situazione, la barriera non è presente. Il cane quindi modula e modifica il suo comportamento proprio in base alla consapevolezza della presenza di barriare.

Esempio. Un cane libero si approccia ad altro cane in modo diverso a seconda che questo sia o meno al guinzaglio. Il cane libero, una volta testata la presenza del guinzaglio a trattenere l’altro cane e avuta la informazione che chi tiene in guinzaglio in mano starà fermo, ha la consapevolezza che l’approccio si avrà solo se sarà lui a voler entrare nello spazio del guinzaglio e soprattutto che, facendo un passo indietro, l’altro cane non potrà seguirlo. Basta che chi tiene il guinzaglio in mano invece di stare fermo si muova, consentendo così libertà di movimento al suo cane, per vedere nel cane libero una modifica del suo approccio. Questo meccanismo, ad esempio, può minare la sicurezza dei cani della fiducia nelle barriere.

Esempio. Un cane si raffronta in modo diverso ad un altro cane a seconda che siano liberi nel medesimo recinto o che siano in recinti diversi o vi sia comunque una rete a separarli. Quando il cane prende consapevolezza che all’altro cane è impedito fisicamente raggiungerlo, può decidere di avvicinarsi alla rete o mettere in atto comportamenti che da liberi nel medesimo recinto non attuerebbe.  L’apertura accidentale del cancello o la presenza di buchi nella recinzione, può minare nel cane la fiducia nelle barriere.

A sostegno di questo, se non si è mai avuto modo di verificare e studiare questo aspetto, si trovano in rete filmati che lo dimostrano. Ne inserisco uno qui sotto. Nello specifico, il comportamento dei cani muta in presenza o meno delle barriere.

In senso lato, il cane può usare noi come barriera ( o noi possiamo insegnargli che puo usarci come barriera) frapponendoci tra lui e lo stimolo (cane, situazione considerata pericolosa…).  Qui entra in gioco il rapporto e il lavoro con il proprietario. Se il cane, in una situazione che ritiene di pericolo, decide di fuggire da noi invece di chiederci aiuto e rifugiarsi in noi, occorre analizzare il lavoro fatto, il percorso fatto, il contesto magari troppo complesso al quale lo abbiamo esposto…